Elegia per un chiodo (di Giuseppe Lupo)
Che sia il buco della serratura in Prima e dopo di noi o la porta e la finestra nella Fuga degli dei o la finestra in alto nella Stanza delle nuvole, Gabriella Nube non si rassegna a fermarsi al di qua della materia narrata. Cerca un passaggio per un altrove, qualcosa che si spalanchi oltre l’aria rarefatta dei suoi dipinti e indichi un paesaggio di pace, un vocabolario di parole sussurrate. La mano che guida questa pittura non graffia, non violenta, non rovina. È come sospesa sull’abisso del silenzio che domina ovunque le scene dei...
leggi tuttoPrima e dopo di noi
Dolenti custodi della memoria, resistono alle intemperie, al vento, al sole, alla ruggine, all’inesorabile lavoro dei tarli: sono le porte che nessuno apre più, quelle che restano a ricordarci che c’è stato un tempo prima di noi e che un altro, con la stessa leggerezza, verrà. Nei piccoli centri non si abita più, le opportunità vivono altrove, ai piedi dei grandi palazzi, nei viali gremiti di vita e rumore. I sogni, si sa, abitano le metropoli, i passi delle folle, le vetrine e la frenesia del tempo. Eppure, forse senza saperlo,...
leggi tuttoGenesi d’un ritratto
La tela aspetta bianca. Sa ancora di legno, di colla, di un vuoto nuovo da colmare che inquieta. So che dovrò faticare, perché il tuo volto prenda sempre forma e non si perda via facendo. All’inizio, non ti assomiglierà neppure, poi, pian piano apparirai e sarai inequivocabilmente tu. Un ritratto, purtroppo è sempre il frutto di un duello, di un complicato esercizio di passione, di coraggio e resistenza. Dopo mille tentativi e correzioni, grandi passi avanti e balzi indietro, alla fine l’identità ne uscirà vincitrice, pronta...
leggi tuttoPaesaggi lucani
I paesaggi lucani possiedono una bellezza inconsueta e selvaggia, impossibile da catturare in una definizione che non sia parziale. Con i suoi cieli azzurri solcati dai nibbi, i suoi profumi dolci e primitivi, i suoi spazi vuoti che si perdono irreali nella luce del sole, è una terra che incanta e sorprende, attrae e respinge come certi amori scostanti. A lei si rimane estranei o si decide di appartenere senza riverse, prigionieri volontari di un abbraccio spirituale da cui non c’è possibilità di fuga. Nell’atmosfera sospesa...
leggi tuttoElogio al muro
I muri sono sopravvivenze. Gli intonaci segnati dalle intemperie, “lavati” e sbiaditi dal sole, seppur materia inerte sono vivi e palpitano, fungono da metafora e da riverbero dell’esistenza umana. Il loro fascino scaturisce dall’immediatezza espressiva delle superfici, che rende partecipi di un’esperienza emotiva e sensoriale, come succede anche certi davanti ai vecchi portoni, con le loro ferraglie arrugginite e le vernici che si sfogliano ad ogni stagione, creando tavolozze tattili e spontanee. Sono...
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