La tela aspetta bianca. Sa ancora di legno, di colla, di un vuoto nuovo da colmare che inquieta. So che dovrò faticare, perché il tuo volto prenda sempre forma e non si perda via facendo. All’inizio, non ti assomiglierà neppure, poi, pian piano apparirai e sarai inequivocabilmente tu.
Un ritratto, purtroppo è sempre il frutto di un duello, di un complicato esercizio di passione, di coraggio e resistenza. Dopo mille tentativi e correzioni, grandi passi avanti e balzi indietro, alla fine l’identità ne uscirà vincitrice, pronta a sopravvive al tempo e a dimenticare la fatica del salto dal vuoto al trionfo della forma.
Alla fine, io rimarrò sola, come sempre. Perché una ritrattista è una pittrice degli addii, che crea con la promessa di cedere e non rimpiangere l’opera compiuta. Ma non importa: ogni tratto di pennello servito al compito resterà mio. L’apprendimento infinito è la vera conquista in gioco, ogni riuscita è la grande sfida accettata e vinta.
Vai da chi ti aspetta, dunque, non dubitare, non dimenticherò la tua lezione.
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